Marta Granato, residente Viscontea del 3° anno
A causa della pandemia, durante il primo lockdown, ho lasciato la Viscontea per avvicinarmi alla mia famiglia. Mai avrei pensato che sarebbero passati dei mesi prima di poter fare ritorno a Milano ma questo periodo passato lontano dalla residenza mi ha fatto comprendere ancora di più quanto sia arricchente la vita in collegio.
In un’epoca in cui le relazioni sociali sono ridotte al minimo, vivere in un luogo con altre cinquanta persone è una manna dal cielo! Anche perché non sono solo semplici coinquiline, sono soprattutto amiche, confidenti e sorelle. Durante il periodo trascorso a casa mi è mancata la loro presenza, quella voce o quei passi che si sentono in corridoio prima di dormire, le ore in aula studio, gli incoraggiamenti reciproci a dare il meglio di sé e i momenti di condivisione delle proprie giornate; dalla “tertulia” ai pasti, sino alla tisana della buonanotte.
Il Covid, naturalmente, ha modificato anche la vita in Viscontea, infatti nonostante viviamo insieme e possiamo considerarci congiunte, siamo tenute a rispettare le regole base della sicurezza. Teniamo la mascherina tutto il giorno negli spazi comuni, manteniamo il distanziamento durante i pasti e le tertulie e quando usciamo, ognuna di noi si preoccupa di proteggere non solo sé stessa, ma anche le altre residenti, prestando un’attenzione maggiore del solito. Io credo che questo sia quasi paragonabile al calore e all’affetto di una famiglia per ognuno dei suoi membri.
La Viscontea ci sta aiutando a vivere la nostra vita da giovani adulte, nonostante la pandemia abbia fatto di tutto per frenarla. Nel rispetto delle norme di sicurezza, stiamo riuscendo comunque a coltivare le nostre relazioni e a condividere i momenti della giornata con qualcuno. Questo contatto, anche se inevitabilmente meno ravvicinato, ci sta aiutando ad andare avanti con positività e grinta. Che gran fortuna aver passato questo periodo di pandemia in Viscontea! Se quel giorno di settembre di tre anni fa, quando decisi di vivere in collegio, avessi preso un’altra strada, oggi probabilmente mi sarei ritrovata in un piccolo ambiente, con una o due persone, a rimuginare su quanto ci mancasse la vita che avevamo prima.
Certo, a ciascuna di noi mancano gli aperitivi sui Navigli o lo shopping in centro, ma insieme ci siamo fatte forza per mantenere una sorta di normalità da giovani studentesse.
Anna Sartea, direttrice della Viscontea
Come sarebbe stato questo nuovo anno di Viscontea? Abbiamo iniziato a immaginarlo ancora nel maggio scorso, appena terminato il lockdown che ha modificato in modo significativo la nostra quotidianità. In tanti hanno lavorato per rendere la Residenza un luogo sicuro, introducendo alcune norme anti Covid a tutela della salute di tutte. Desideravamo che le nostre studentesse ritrovassero la stessa Viscontea che avevano lasciato, con la sua caratteristica “vita di residenza” costruita insieme negli anni. Si è provveduto a creare il distanziamento sociale ripensando ogni spazio comune del Collegio e, metro alla mano, abbiamo ridistribuito tavoli, sedie e divani. La Fondazione Rui ci ha fornito scorte di mascherine brandizzate e litri di gel igienizzante per le mani e un protocollo di sicurezza costantemente aggiornato con le linee guida ministeriali e ci supporta giorno e notte, rispondendo prontamente ad ogni nostra richiesta di assistenza.
Come comportarsi, ad esempio, quando la notifica della app Immuni segnala a una residente che otto giorni prima potrebbe essere entrata in contatto con un soggetto risultato positivo? O come regolarsi se a venire contagiato è stato l’amico del fratello del fidanzato di un’altra residente, che aveva appena pranzato insieme al cosiddetto “contatto stretto di caso positivo”?
All’ingresso della residenza ora c’è un termo scanner che misura la temperatura prima di permettere l’accesso!
Qualche caso di isolamento fiduciario si è verificato anche qui in Viscontea, a scopo precauzionale o perché dovuto a rientri da un periodo trascorso all’estero. Ogni volta, è nato un bel gioco di squadra. La residente tenuta a fare la quarantena si prepara una piccola valigia e si trasferisce nella camera con bagno privato in fondo al piano. Il personale che si occupa dei servizi di base, che noi chiamiamo affettuosamente amministrazione, predispone i “vassoi speciali” e le ragazze del comitato salute si dividono i turni per portare i pasti alla ragazza “quarantenata”. Sempre nel rispetto delle norme anti Covid e con un dettaglio affettuoso che la faccia sentire meno sola (un dolcetto, un fiore, una letterina infilata sotto la porta). E ad ogni tampone che dà esito negativo e “libera” la residente, si festeggia lo scampato pericolo.
Ogni giorno ci proponiamo di portare avanti le attività del Collegio, organizzandole secondo le modalità e le necessità di questo momento storico così speciale. Ci guida il desiderio di prenderci cura delle nostre residenti che, tornando a vivere qui nonostante il perdurare della pandemia, dimostrano di credere nella Viscontea e nel suo progetto formativo.
Redazione
Il Team comunicazione di Fondazione Rui, in stretta collaborazione con Residenti e Alumni da tutti i Collegi, vi aggiorna periodicamente sulle principali novità