I classici e noi: Cristina Dell’Acqua all’aperitivo JUMP e Alumni Rui

Un centinaio di ospiti, docenti del Progetto JUMP e Alumni dei collegi milanesi, si sono ritrovati nella bella cornice del chiostro della Casa Schuster a Milano per l’aperitivo conclusivo dell’anno accademico e hanno potuto ascoltare dalla voce di Cristina Dell’Acqua, professoressa e scrittrice, le parole eterne che dalla grande letteratura greca e latina, con immutata forza continuano a interrogare gli uomini del XXI secolo.

I classici parlano a ciascuno di noi della nostra umanità, allo stesso tempo fragile e capace di slanci di eroismo e grandezza, con argomenti convincenti e attualissimi che ci fanno scoprire passo dopo passo, sempre un po’ di più chi siamo veramente. Cristina Dell’Acqua, riprendendo il suggerimento di un suo maestro, Dario Del Corno, uno dei più grandi grecisti italiani, esorta i presenti a non trascurare che nella propria vita entri ogni giorno un po’ di bellezza: “non importa che essa provenga da un libro, da un paesaggio, da una telefonata con una persona a cui vogliamo bene”.

L’autrice, in dialogo con Alessandro Rivali, editore e poeta, ha fatto rivivere il dramma di Antigone che sfida il diktat di Creonte, recando gli onori funebri al povero fratello Polinice, morto come un traditore nell’assedio della sua stessa città, Tebe.

Ha convocato, nel centro di una Milano rovente, l’Alcesti euripidea, una donna che sacrifica la sua vita per salvarla al marito Admeto. Ha interpellato Odisseo, un eroe che torna dalla guerra e nelle sue peregrinazioni verso Itaca, la casa perduta dove lo aspettano sua moglie e un figlio, trova se stesso.

“Sono nata per vivere nell’amore, non nell’odio”, dice Antigone parlando dell’atto di amore fraterno, per il quale aveva trasgredito le leggi dello stato. Quanti uomini e donne ancora oggi in varie parti del mondo si trovano, innanzi a leggi ingiuste, a dover pagare le conseguenze di un atto di bene?
Admeto alla moglie che decide di morire al suo posto rivolge un grido di sofferenza straziante: “Io adoro il tuo amore”. Che mistero l’amore umano, che ieri e oggi, muove le nostre azioni, riempie di felicità, grattacapi e sofferenze le nostre vite!

I classici, questo sono: una boccata d’ossigeno in una vita spesso in apnea, un’occasione per rifocillarci, una vera spa per la nostra anima.