Da Rapallo a Buckingham Palace per parlare a re Carlo III di “spazio sostenibile”, passando per atenei prestigiosi come il Politecnico di Milano, l’Imperial College di Londra e l’Università di Cambridge, ma anche il nostro collegio Torrescalla, dove ha abitato negli anni milanesi.
Gabriele De Canio, 32 anni, è un alumnus di Fondazione Rui con una bella storia accademica e professionale da condividere. Brillante ingegnere aerospaziale con un dottorato in matematica applicata, dal 2018 lavora all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e da oltre due anni è responsabile di un progetto per “automatizzare” le operazioni delle missioni spaziali attraverso l’intelligenza artificiale. Questo include anche la Space Safety, la sicurezza spaziale, per mitigare e prevenire gli effetti dei pericoli provenienti dallo spazio – inclusi i grossi detriti che gravitano attorno alla Terra – proteggendo il pianeta e le sue infrastrutture vitali, come i satelliti in orbita e le reti elettriche al suolo.
Gabriele, cosa ti ha portato a conversare con il sovrano di Inghilterra?
A fine giugno sono stato invitato alla Royal Society di Londra per fare il punto sulla Space Sustainabily insieme a studiosi e amministratori delegati di imprese di tutto il mondo, in un workshop presieduto dal ministro britannico George Freeman. Al termine della sessione ho potuto parlare brevemente con Carlo III durante un ricevimento a Buckingham Palace in cui lui stesso ha presentato l’Astra Carta, un documento sulla regolamentazione dello spazio sostenibile e sul ruolo di primo piano che il Regno Unito intende ricoprire.
Di cosa avete parlato? Che impressioni hai avuto?
Gli ho spiegato l’importanza che l’ESA attribuisce alla sostenibilità spaziale e come vogliamo mantenere aperte tutte le collaborazioni. L’ho trovato molto interessato e cortese, ed è sembrato divertito quando gli ho detto che abbiamo frequentato la stessa Università, a Cambridge, dove ho conseguito il dottorato dopo la laurea magistrale a Londra.
Come sei arrivato al Collegio Torrescalla? Ne avevi già sentito parlare?
Assolutamente no. Dopo la maturità al Liceo Scientifico Tecnologico Liceti di Rapallo, ho deciso di iscrivermi al Politecnico di Milano alla facoltà di Ingegneria aerospaziale. Ma non conoscevo Milano, non sapevo dove andare. Così ho cercato in internet ‘residenze di merito’ e ho trovato Torrescalla. Ho fatto domanda e mi hanno accettato, anzi, mi hanno anche assegnato una borsa di studio per merito, grazie all’ottimo punteggio ottenuto al test di ammissione al Politecnico.
Cosa puoi dirci della tua esperienza in Fondazione Rui? La consiglieresti?
Quello con Fondazione Rui è stato davvero un incontro fortunato, sia a livello professionale che umano. Le residenze sono luoghi estremamente stimolanti dove fin da subito entri in contatto con professionisti, studiosi, esperti dei più diversi temi che ti raccontano la loro esperienza, integrano le tue conoscenze, ti aiutano a trovare la tua strada. Sia i corsi di JUMP che le serate con gli ospiti sono momenti di vera formazione, che aprono la mente. Ma è la stessa vita comunitaria a dare una marcia in più: si condividono le sfide, le gioie, gli ideali, si impara a mettersi al servizio degli altri, a dare il meglio di sé. Tutte cose che poi mi hanno aiutato moltissimo, in tutti gli aspetti della vita. Per cui sì, è un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
Che ricordi hai di quegli anni? Qual è il momento che più ti ha segnato?
È stato un periodo meraviglioso, anche se studiavo tantissimo: ho costruito amicizie robuste che durano tuttora, alcuni ragazzi sono stati i miei testimoni di nozze quando ho sposato Giulia, anche lei di Rapallo, con cui ora vivo in Germania. Il punto più alto, comunque, l’ho toccato con le settimane di volontariato in India: è stata un’esperienza pazzesca, che mi ha cambiato la vita. Al ritorno chiamai tutti i contatti della mia rubrica per esortarli a partire.
Redazione
Il Team comunicazione di Fondazione Rui, in stretta collaborazione con Residenti e Alumni da tutti i Collegi, vi aggiorna periodicamente sulle principali novità