“La mia altezza non era un difetto ma un grande valore“. Si è presentato così Andrea Zorzi lo scorso mercoledì 3 aprile presso la residenza Viscontea a Milano, davanti a una platea di residenti e di Alumni dei collegi della Fondazione Rui. Zorzi è stato uno dei più grandi pallavolisti della nazionale italiana e in generale della storia: ha fatto parte di quella squadra azzurra che negli anni Novanta fece innamorare milioni di italiani, guadagnandosi il titolo di ‘generazione di fenomeni‘. Oggi è commentatore sportivo per Sky Sport e La Gazzetta dello Sport ma è anche e soprattutto attore, anche grazie all’incontro con la moglie Giulia Staccioli, ex atleta e fondatrice di Kataklò. Da diversi anni porta in scena due spettacoli ispirati alla sua vita: “La leggenda del pallavolista volante” (2012) e “Avventuroso viaggio ad Olimpia” (2016).
Guarda le foto della serata:

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L’incontro è stato ricco di spunti e di riflessioni che hanno coinvolto moltissimo i partecipanti. Zorzi è partito, come si diceva, dal suo “inciampo” nella pallavolo: la sua altezza che gli creava disagio in età adolescenziale, si è rivelata essere la sua arma migliore una volta scoperto il campo con la rete. Sfidante anche il pensiero sulla concezione dello sport, oggi visto spesso come modello di vita o come la pratica di grandi eroi solitari: una deriva pericolosa per Zorzi. Ecco un estratto del suo punto di vista: “La vita non è una partita che possiamo vincere o perdere. Sono veramente molto in difficoltà nell’accettare una lettura spesso molto retorica e molto superficiale che si fa dello sport nel mondo contemporaneo. Immaginate tutti gli slogan che si usano quando si parla di sport: ‘Impossible is nothing’, ‘volere è potere’ oppure ‘la sconfitta non è un’opzione’. Sono frasi molto belle ma che non sono vere fino in fondo. Non è vero che ‘volere è potere’, non è vero che ‘la sconfitta non esiste’. Quello che vorrei fare adesso è non essere complice di questa manipolazione retorica che si fa dello sport per trasformarlo semplicemente in un mondo fatto di eroi senza macchia e senza paura, che sono coraggiosi e che non sbagliano mai: non è semplicemente così“. Riflessioni che hanno aperto il campo a diverse domande dei presenti, giovani o coetanei dello stesso ospite, che lo hanno interrogato sui successi ma anche sugli insuccessi della sua vita, sportiva e non.
Una serata che è stata come sempre una grande opportunità di crescita: un grande grazie ad Andrea Zorzi per essere stato così disponibile nell’accettare l’invito, alla Direzione e alla residenza Viscontea che ha ospitato l’evento e lo ha organizzato in partecipazione con l’Associazione Alumni Rui.

Redazione
Il Team comunicazione di Fondazione Rui, in stretta collaborazione con Residenti e Alumni da tutti i Collegi, vi aggiorna periodicamente sulle principali novità