A volte durante il proprio percorso di crescita personale e professionale si sente il bisogno di essere guidati e supportati da una persona più esperta che condivida il proprio know how, la propria conoscenza del mondo del lavoro, la propria esperienza professionale.
Per questo l’Alumni Rui organizza il progetto di mentoring, un percorso di crescita e orientamento professionale tailor made, basato sulla relazione fiduciaria tra un alumnus senior, cosiddetto mentor, e un alumnus junior, studente del quarto e quinto anno di università o giovane professionista.
Il percorso di mentoring dell’Alumni Rui è attivo dal 2019, a giugno è partita l’edizione 2021 che coinvolge una quarantina di coppie tra mentor e mentee. Abbiamo chiesto a Fabrizio Venanzoni e Leonardo Bettini, rispettivamente mentor e mentee, di raccontarci in un’intervista doppia la loro esperienza.
Cosa ti ha spinto a partecipare al progetto come mentor/mentee?
FABRIZIO: La motivazione che più mi ha spinto a partecipare come mentor è stato il desiderio di dare a qualcuno ciò che a me è mancato, o almeno, di cui non ho potuto godere in modo così strutturato. Nel mio background ho avuto molti amici e maestri (uno fra tutti il relatore della mia tesi di laurea), ma non un vero e proprio percorso di mentoring che facesse da ponte tra l’università e il mondo del lavoro. Ho un grande desiderio e una naturale attitudine all’ascolto e alla cura dell’altro, perciò sono stato molto contento di potermi mettere in gioco in questo percorso di crescita che, come immaginavo, sta risultando reciproco. Ero sicuro che sarebbe stata una crescita per entrambi e anche questo è un motivo che mi ha spinto a iniziare.
LEONARDO: Fin da quando mi è stato proposto, ho accolto con molto entusiasmo il progetto. Arrivato all’ultimo anno di università, in cui è necessario prendere delle decisioni importanti sul proprio futuro, sono convinto che sia molto utile confrontarsi con una persona più grande, con più esperienza e che magari è passata attraverso un percorso simile.
Cosa ti aspetti da questo percorso? Cosa hai trovato fino adesso?
FABRIZIO: Mi aspetto di fare del mio meglio per riuscire a far porre a Leonardo le domande giuste, per aiutarlo a interrogare se stesso su quelli che sono i suoi veri interessi e per supportarlo nella definizione di obiettivi realistici e misurabili. Finora ho trovato una persona estremamente ricca, appassionata, con un enorme potenziale che vale la pena riuscire a canalizzare laddove possa fruttare di più.
Da parte mia, ho rispolverato il mio percorso professionale e le mie motivazioni, imparando da Leonardo che è importante non accontentarsi di facili risposte.
LEONARDO: L’approccio giusto per vivere al meglio questa esperienza è non aspettarsi delle risposte precise ai propri dubbi e incertezze, quanto piuttosto domande mirate che vadano davvero a toccare le nostre motivazioni più profonde per poi avere piena consapevolezza delle nostre scelte. Mi aspetto un confronto reciproco su chi davvero vogliamo essere, per chi vogliamo essere e come lo si può realizzare. A questo proposito i consigli del mentor risultano essere molto preziosi, visto la sua maggiore esperienza.
Inoltre, a mio avviso è molto importante che tra mentor e mentee ci sia una sintonia di intenti e condivisione di valori che permettano che l’uno si immedesimi nell’altro per comprenderne le reali necessità, come in un vero e proprio rapporto di amicizia. Con Fabrizio mi sto trovando molto bene e c’è molta affinità in questo senso.
Ci raccontate in concreto come gestite gli incontri?
FABRIZIO: Il mese scorso ho fatto un aperitivo con Leonardo vicino all’università. Mi è piaciuto molto l’equilibrio che si è creato tra l’informalità di un aperitivo e la professionalità del dialogo che abbiamo avuto. Non era un aperitivo tra amici, era qualcosa di più. È stato, diciamo, un vero e proprio “aperitivo di lavoro”, in cui siamo partiti dalla situazione “as is”, e abbiamo chiuso con obiettivi concreti in vista dell’incontro successivo, proprio come durante un meeting aziendale. È stata bella la naturalezza e la spontaneità con cui siamo riusciti a parlare, aprendoci sinceramente l’uno all’altro, ma senza (s)cadere nella goliardia o nella tentazione di perdere tempo.
LEONARDO: Ci siamo incontrati di persona per la prima volta il mese scorso a Milano in zona Città Studi, proprio di fronte al Politecnico. Abbiamo deciso di prendere un aperitivo insieme, durante il quale abbiamo avuto modo di parlare di diverse opportunità che intravedevo nel mio futuro. Ho notato come avere effettivamente un parere esterno a noi sia di fondamentale importanza perché ci apre prospettive inaspettate che possono invece risultare determinanti: il mio mentor infatti mi ha fatto riflettere su un semplice dettaglio, scontato se vogliamo, ma che mi sta aiutando molto nella scelta.
Consiglieresti questo percorso? Perché?
FABRIZIO: Consiglierei assolutamente questo percorso perché è un’esperienza che arricchisce e ti porta a una consapevolezza maggiore di chi sei e di quale sia la tua vocazione professionale.
LEONARDO: Assolutamente sì. È un’importante occasione per confrontarsi circa il nostro futuro con qualcuno che è già passato attraverso gli stessi dubbi, le stesse incertezze e magari le stesse aspirazioni. Inoltre, il fatto semplicemente di esplicitare i propri progetti e desideri ad un’altra persona fa capire in primis a noi stessi quanto essi siano fondati e le vere motivazioni che ci spingono a perseguirli.
Redazione
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